CENNI DI TRADIZIONE
“Dolcissimo cuore di pietra che conserva ricordi e sapori”
Dall’ arabo Hazzana, la Jazzana, è una credenza ricavata nel muro. Nicchie preposte a riporre le “lumere”, antiche lampade ad olio, o altri oggetti.Nelle vecchie case siciliane la Jazzana era solita trovarsi anche in cucina per riporre alimenti e utensili. Le mensole potevano essere in pietra o in legno.
Pensate alla cosa più preziosa che avete, dove la conservereste? Sicuramente in un luogo fidato e familiare, dove solitamente si ripongono le cose a cui tenete di più. Un posto dove star certi di ritrovare quel tesoro esattamente come lo avete lasciato. Ecco, tutto questo era la Jazzana. Uno scrigno per i propri tesori. Tesori che all’epoca non avevano né carati né pietre preziose ma erano
i gioielli di valore più puri che la terra potesse donare. Ingredienti genuini e veri che valevano molto più dell’oro e che ogni giorno dovevano servire a sfamare tutta la famiglia, senza alcun tipo di spreco, perché, non sempre le tavole erano così abbondanti. È proprio da questo che nasce Jazzana, proprio lei che negli anni ha visto intere generazioni susseguirsi. Lei, lì, sempre ferma
immobile in un angolo della cucina ad osservare. Sarebbero cambiati gli abitanti di quella casa, l’arredamento, la moda e i tempi ma lei resisteva. Dura come la pietra ma con un’anima delicata, spettatrice nei secoli, porta con sé i ricordi di tutta un’esistenza intera.
“FERMA, IMMOBILE,
SILENZIOSA SPETTATRICE
DEL TEMPO”
Facciamoli parlare, diamo voce proprio a lei, a Jazzana, anché possa tramandarci tutti i segreti dei dolci più buoni che un tempo venivano riposti al suo interno. Perché è lei ad aver visto negli anni le vere e sicure mani sapienti di una donna che preparava il dolce preferito per un figlio che tornava da lontano, che ha dato vita a ricette quasi dimenticate trascrivendole in un taccuino ormai ingiallito per non scordare mai dosi e passaggi. Semplicemente lei, una Donna siciliana, Donna Maria, che con immenso amore tramandava quelle stesse ricette alle figlie prima e alle nipoti dopo. Quando ancora si viveva tutti insieme e in quella cucina a volte toccava anche dormire. È a questa Donna che dobbiamo pensare per ritrovare gusti e sapori ormai quasi dimenticati. Per riscoprire oggi quello che era ieri.
Jazzana è quindi un viaggio infinito attraverso i profumi, i sapori, il tempo e i ricordi, per tornare lì dove tutto ebbe inizio, in un’antica cucina con un tavolo in legno e una stufa a carbone. Lì dove tutto aveva un odore diverso perché tutto sapeva di casa. Dove il profumo dei biscotti appena sfornati si fondeva con quello del sapone per il bucato. Il profumo della stanza principale di tutta la casa dove scorreva lenta la vera vita quotidiana fin dalle prime luci dell’alba. È proprio da qui che parte il nostro viaggio tra i ricordi, in una delle fredde mattine di fine novembre quando ancora il sole ritarda a sorgere e a riscaldare, seppur tiepidamente.
“IN UNA CUCINA DOVE TUTTO
AVEVA UN ODORE DIVERSO PERCHÉ
TUTTO SAPEVA DI CASA”
Donna Maria è solita alzarsi sempre di buon’ora, mette il suo scialle sulle spalle per non prendere freddo e, mentre l’intera casa dorme ancora, inizia ad accendere il fuoco della stufa per preparare la colazione. Si avvicina alla Jazzana e prende la sua ciotola di farina, delle uova appena raccolte
dal pollaio e dell’acqua presa al pozzo. Si posiziona dinanzi al grande tavolo della stanza e con tutto il suo sapere comincia a impastare. Movimenti che da anni ripete così frequentemente che le dita si muovono ormai da sole, come se suonassero componendo sempre una nuova melodia.
Non guarda neanche più l’impasto che ha davanti, non le serve, lo sente sotto le dita. Inizia a stendere quell’impasto e a creare i suoi gioielli. Non le importa né del caldo né del freddo, ogni giorno Donna Maria è lì con il suo “grimbiuli” a impastare con ciò che la natura le offre. Mandorle,
arance, limoni, pistacchi. È lì sempre pronta ad accogliere ciò che il Signore vorrà donargli quel giorno per lei e i suoi cari. E così è stato per tanto tanto tempo. Quelle mani hanno continuato ad impastare sapientemente e a tramandare segreti e sapori. Molti visi negli anni si dimenticano, la memoria si fa più flebile e le voci a volte sono solo un lontano ricordo. I sapori no, basta chiudere gli occhi fare un respiro profondo ed ecco che in un attimo sei di nuovo lì, in quella vecchia cucina con la stufa a carbone ad osservare proprio quelle mani che creano una gioia che resterà per sempre.
Oggi le mani che impastano sono diverse, ma non il cuore. Quello è rimasto. Lo stesso cuore di una donna che con instancabile passione e amore ha tramandato il suo sapere. Oggi c’è il cuore della famiglia Pistone, che con altrettanto amore ha raccolto nelle sue mani l’eredità più dolce da portare avanti. Un impegno constante anché la tradizione dolciaria siciliana più autentica possa continuare a regalare i suoi sapori. Perché anche noi oggi potessimo riscoprire le vere bontà del passato, le ricette originali e i profumi autentici. Un viaggio, dunque, attraverso la Sicilia più pura e i tesori che questa terra continua a regalare e che, proprio come allora, c’è solo un posto dove poterli custodire con cura: Jazzana.